senza terra, senza voce, soli... (2010)
for accordion and ensemble
testo: Patrizia Nicola
frammenti e suggestioni da Lingua Madre: Daniela Finocchi
in scena: Sonia Aimiuwu, Francesca Carnevali, Veronique Esteve, Laura Malaterra, Esther Ruggiero
coreografia: Antonella Usai
musiche: Mauro e Roberto Agagliate
disegno luci: Stefano Fusaro
sculture sottili e disegni: Moderne Officine Valsusa
regia: Beppe Gromi
Valigie in movimento, passi verso cieli sconosciuti e una lingua incomprensibile. La meta è vaga e irrinunciabile, prende forma nel cammino, nello slancio verso una vita possibile, scelta all'improvviso per una guerra o l'estrema povertà, oppure immaginata a lungo, accarezzata nei sogni come unico possibile riscatto.
Le donne migranti di “Senza Voce, senza terra, soli.” disegnano un arc-en-ciel, colorato e trasparente, tra le storie di ieri, quasi dimenticate e quelle di oggi, tra diversità e similitudini. Le voci tratte dai racconti di “Lingua Madre” si fanno corpo e movimento, aprono su microcosmi, schegge di vite e sentimenti in cui possiamo rispecchiarci.
Ci presentano donne sospese tra la concretezza del bisogno e la forza dell'immaginazione senza cui non ci sarebbe nessun volo, disperato o felice, attraverso un piccolo lembo di mare o i cieli dei diversi continenti.
Conosciamo queste donne. Le incontriamo negli occhi, nei visi, nei colori e negli odori di chi ci passa accanto per strada, lavora, lotta per vivere come noi, sogna come noi.
Oggi una rotaia si snoda trasparente sul Mediterraneo dai mille possibili approdi, dai mille rifiuti, culla di civiltà che dimenticano i continui spostamenti di genti, merci e pensieri che l'hanno rese ricche e colte. Contro il silenzio assordante, l'assuefazione alle notizie di sbarchi e morti, la cecità frettolosa lo spettacolo è un invito all'ascolto reciproco e alla condivisione sempre possibili quando due esseri umani si pongono l'uno di fronte all'altro senza pregiudizi, con curiosità e rispetto. Siamo tutti in volo tra il presente e il domani.
Siamo tutti migranti.